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  • Lingua Insegnamento:

    Italiano 
  • Testi di riferimento:

    Bruno Latour, "Non siamo mai stati moderni", Milano, Elèuthera, 2018;
     
  • Sostenibilità:
     


Come da declaratoria, oggetto dell’attività scientifica, formativa e culturale del gruppo sono le opere italiane, in lingua e in dialetto, dell’età contemporanea, fino ainostri giorni, e i relativi autori, nonché i caratteri specifici e inediti della letteratura che si affermano in quest’età, dando origine alla modernità letteraria, e le forme peculiari del nuovo sistema di produzione, fruizione e mediazione critica ed editoriale. Proprio perché la modernità letteraria si costituisce in dialettica con la tradizione illustre e le sue poetiche dominanti, nelle ricerche e nella didattica disciplinare del gruppo particolare attenzione viene riservata agli aspetti di discontinuità, di frattura, di ripresa parodica e di riscrittura attualizzante rispetto ai codici e ai canoni del passato, alle ibridazioni dei modi e delle forme letterarie, all’instaurazione di una plurale tradizione del nuovo. Al gruppo fanno capo inoltre leindagini di taglio sociologico sulla formazione del pubblico borghese e poi di massa dei lettori, il conseguente rinnovamento della materia e della lingua delle opere, le profonde trasformazioni che il trionfo del romanzo ha determinato sul sistema dei generi letterari. Rientrano inoltre tra gli interessi specifici del gruppo: la nascita della letteratura per ragazzi, lo sviluppo di una autorialità femminile, la fortuna di una narrativa di consumo, le contaminazioni tra testo letterario e altri tipi di creazione artistica. Il gruppo si occupa anche di interpretazione dei testi; di morfologia dei generi letterari nella contemporaneità; dei processi letterari di osmosi e omologazione linguistica e culturale e degli episodi di resistenza identitaria nell’orizzonte della globalizzazione; della storia dell’industria culturale; del giornalismo letterario, delle riviste e della critica militante; delle mediazioni culturali e delle nuove modalità del discorso critico e divulgativo;della postmodernità e della “letteratura circostante” del terzomillennio, esaminata anche nei suoi risvolti inter- e plurimediali; dell’affermazione di pratiche originali di trasmissione dei testi letterari attraverso i nuovi media. Sul piano dei metodi e degli strumenti, le ricerche del gruppo e le attività didattiche si avvalgono di tutte le più aggiornate metodologie della critica letteraria e dell’analisi testuale, della teoria della letteratura, della filologia d’autore, della lessicografia computazionale e dell’informatica umanistica, dell’intertestualità, non solo letteraria, di archivi e carteggi, di documenti sonori e audiovisivi. Infine, in considerazione dello spazio riservato ai testi della modernità letteraria nei programmi della scuola secondaria, nell'ambito del gruppo si promuove l'approfondimento dei metodi, delle tecniche e dei contenuti della didattica della letteratura italiana contemporanea, con particolare riferimento ai modi dell'educazione letteraria nel contesto di una civiltà della rete e e delle immagini. ll gruppo esplora inoltre il rapporto cruciale tra ecologia e letteratura, esaminando come le questioni ambientali, la rappresentazione della natura e i temi della sostenibilità vengano affrontati nelle opere italiane contemporanee. Questi studi sottolineano il ruolo della letteratura nel promuovere la consapevolezza ecologica e nel mettere in discussione le prospettive antropocentriche.


Titolo: Pier Paolo Pasolini e Bruno Latour: dal mito tragico al pensiero ecologico
Il poeta e regista italiano Pier Paolo Pasolini (1922-1975) ha dedicato due importanti film alla rievocazione del mito greco, Edipo Re (1967) e Medea (1969), che interpretano la tragedia antica alla luce di motivi ecologici e di preoccupazioni apocalittiche legate alla modernizzazione neocapitalistica in atto nella società italiana ed europea.
Pur nella fedeltà al testo – Pasolini aveva una solida preparazione filologica, si veda anche la sua traduzione dell’Orestiade – il regista-poeta trova nel mito il linguaggio adatto a rappresentare una “pluralità di ontologie”, nel senso indicato dall’antropologo brasiliano Eduardo Viveiros De Castro, che sfuggono alla visione lineare della storia dell’Occidente.
È possibile evidenziare su questo punto una corrispondenza con le intuizioni di Latour e con la sua actor-network theory. Il nucleo del mito consiste nel superamento della separazione tra natura e cultura e allude a una “pluralità di ontologie,” aprendo la strada a inedite modalità di esistenza. Latour e Pasolini condividono una critica radicale alla modernità: se per Latour il mito può essere reinterpretato come strumento per ripensare l’ecologia politica, Pasolini offre un esempio concreto di come il mito possa rivelare contraddizioni culturali e ambientali, aprendo spazi per una riflessione su mondi alternativi.
Nel corso degli anni Sessanta il “cinema di poesia”, secondo la definizione di Pasolini, dialoga felicemente con la Nouvelle Vague; i rapporti con i “Cahiers du cinéma” sono intensi e vivaci fino al 1969, quando la sintonia si interrompe a causa di eventi sociopolitici (il movimento studentesco) e divergenze formali.
Il corso intende intende come Pasolini, anticipando alcune intuizioni di Latour, utilizzi il mito non solo per denunciare la crisi ecologica e culturale della modernità, ma per proporre un linguaggio politico capace di ispirare nuove modalità di pensiero e azione nel presente.

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