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Come da declaratoria, il settore comprende gli studi sulle opere letterarie degli ultimi due secoli, con particolare riferimento alla letteratura novecentesca nei suoi diversi modi e generi, studi condotti, con riferimento ai problemi storici e teorici posti dalla modernità letteraria, secondo le metodologie proprie della critica storico-letteraria congiunte alle competenze e prospettive della critica militante.
Titolo del corso: Il tempo della fine: Pasolini, Anders, Latour.
La riflessione sull'ambiente, lo sviluppo tecnologico e la "posizione dell'uomo" evidenziano, in maniera sempre più urgente, connotazioni apocalittiche, nelle quali si riflette il senso della catastrofe (ecologica socio-politica, tecnologica) come paradigma destinale, esperito all'interno di una condizione post-storica e post-umana.
Da posizioni diverse, ma non prive di punti di
contatto e di attrito, il sociologo francese Bruno Latour (1947-2022) il filosofo tedesco Gunther Anders (1902-1992) e lo scrittore, poeta e regista italiano Pier Paolo Pasolini (1924-1975), si sono concentrati nella loro opera il "tempo della fine". Per Anders la data che segna il fallimento del progetto della modernità e inaugura una fase segnata del "dislivello prometeico" è il 6 agosto 1945, la bomba su Hiroshima, fatto che congiunge e coniuga irreversibilmente potenza tecnologica ed estinzione.
Uno dei temi centrali del pensiero e dell'opera latouriana è l'inefficacia pratica del sapere: tutta la mole di dati e conoscenze accumulate nel corso di cinquant'anni sul cambiamento climatico non ha prodotto una concreta consapevolezza e capacità di azione da parte dei singoli e dei governi. Per Pasolini, infine, l'intero progetto del
moderno precipita nella "dopostoria" ,
segnata da un potere totalitario e omologante senza precedenti. Mettendo a confronto gli scritti e le opere di questi autori alla luce dei problemi e delle speranze del presente, il corso si propone di approfondire "il tempo della fine" e i temi correlati, inerenti la sensibilità ecologica contemporanea e la "prospettiva della specie"
di fronte alla sfida di Gaia.
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