Il programma sviluppa un confronto tra Pasolini, Calvino e Sciascia, come figure che hanno interpretato in modo esemplare, nel corso del Novecento, la relazione tra scrittura letteraria e impegno civile, e, in un senso più largo e pregnante, tra finzione (nelle molteplici accezioni in cui il termine viene oggi declinato) e realtà.
Mentre il carteggio Sciascia-Calvino investe i nodi più aspri e intricati della vicenda politica e della cronaca italiana tra il 1968 e il caso Moro, il confronto con Pasolini spinge in evidenza due stili di volontà e di impegno opposti e contrastanti, demarcati da Carla Benedetti secondo il binarismo puro/impuro. Nel corso delle lezioni saranno presi in esame lettere e testi saggistici di Calvino, gli interventi giornalistici di Sciascia, gli scritti polemici e corsari di Pasolini, per evidenziare le diverse angolazioni e i differenti modi di rappresentare attraverso la scrittura eventi singolari e traumatici della contemporaneità, dal massacro del Circeo al processo di Torino, dalla contestazione studentesca al sequestro di Aldo Moro, attraverso le mutazioni culturali e antropologiche che segnano il difficile trapasso nella postmodernità, o nella "dopostoria", come scrive Pasolini.
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