Gli studenti frequentanti verranno dotati degli strumenti per:
1) comprendere l’importanza della Storia e della conoscenza storica
2) formarsi una prospettiva mentale che li aiuti a “pensare” in modo più storico e critico, sul lungo periodo
3) conoscere i principali metodi, significati, obiettivi del mestiere dello storico
4) accostarsi alle più rilevanti questioni della Storia contemporanea, dalla Rivoluzione francese di fine ‘700 agli inizi del secolo XXI, approfondendo tra l’altro i legami tra l’accelerazione storica degli ultimi due secoli circa e l’attualità che gli studenti si trovano a vivere in questi primi anni del XXI secolo
5) conoscere e comprendere l’evoluzione storica della comunicazione, dei suoi mezzi e del loro impatto sulle società a livello internazionale, dall’introduzione della stampa nel secolo XVI fino all’attualità del web e dei social, passando per i giornali, il cinema, la radio, la televisione
6) conoscere e comprendere come i mezzi di comunicazione di massa, dall’invenzione della stampa in poi, abbiano svolto anche un ruolo fondamentale nella politica, nelle proteste, nelle rivolte fino ai giorni nostri.
1) La prima parte del corso verrà dedicata a far comprendere agli studenti frequentanti l’importanza della storia come veicolo non solo di conoscenza ma anche di strumento critico e civile per vivere il presente da cittadini consapevoli e con cognizione di causa.
2) Nella seconda parte, ci si sforzerà di far conoscere strumenti e metodi del lavoro degli storici, per capire cosa ci sia “dietro” l’insegnamento.
3) La terza parte del corso servirà a dare un quadro d’insieme, breve ma critico e interpretativo, delle più rilevanti questioni della Storia contemporanea, dalla Rivoluzione francese di fine ‘700 agli inizi del secolo XXI, approfondendo tra l’altro i legami tra l’accelerazione storica degli ultimi due secoli circa e i tempi attuali che gli studenti si trovano a vivere
4) Nella quarta parte, verrà approfondita la sezione monografica del corso, che verterà sulle seguenti tematiche: nel Cinquecento, l’invenzione di Gutenberg – la stampa a caratteri mobili – fu il motore inconsapevole di una rivoluzione. La capillare diffusione di fogli stampati con la nuova tecnologia a basso prezzo portò chi non aveva mai avuto accesso al potere a prendere coscienza per la prima volta di istanze comuni. La rabbia sociale che ne esplose assunse una forma nuova e organizzata, da cui scaturì tra l’altro la Guerra dei contadini, alla fine repressa nel sangue nel 1525. Da allora il mondo non fu più come prima; da quel momento il potere iniziò a occuparsi dei mezzi di informazione per poterli imbrigliare e rendere innocui. Cinque secoli dopo – parliamo di noi – è accaduto qualcosa di molto simile. È il 6 gennaio 2021 quando il sogno della «più grande democrazia del mondo», incredibilmente, vacilla. Una folla inferocita, composta in maggioranza da uomini bianchi, dà l’assalto al Congresso degli Stati Uniti, a Capitol Hill. La rabbia popolare di quel giorno viene incanalata e organizzata dai social media. In entrambi i casi un nuovo mezzo di comunicazione, sfuggito ai filtri del potere, porta in superficie la rabbia di chi si sente escluso dalla narrazione dominante. Nel libro, viene dunque discussa una tesi affascinante: c’è uno stretto rapporto che intercorre tra le rivolte e i mezzi di comunicazione dal Cinquecento a oggi e senza dubbio quella a cui stiamo assistendo in questi anni è una rivoluzione, di cui noi siamo i protagonisti. Mai come ora abbiamo bisogno di fare un buon uso della storia per capire con maggiore profondità il mondo complesso e plurale nel quale viviamo.
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