Il corso, partendo da una iniziale presentazione delle coordinate storico-politiche del periodo artistico-letterario della Spagna del Novecento preso in esame, si concentrerà sulla produzione drammatica della seconda metà del secolo. Verranno letti e commentati, con particolare interesse ai cambiamenti sociali, una serie di testi molto significativi in quanto a critica sociale, repressione franchista, memoria storica e impegno civile, tematiche che raffigurano il panorama del teatro spagnolo dalla fine della Guerra Civile alla decade degli anni ’90, con proiezioni verso gli autori più recenti.
Il corso si concentrerà sulla produzione drammatica della seconda metà del secolo XX. Verranno letti e commentati una serie di testi molto rappresentativi che raffigurano il panorama del teatro spagnolo dalla repressione franchista alla decade degli anni ’90, con proiezioni verso gli autori più recenti. Dal “Posibilismo-imposibilismo” teatrale dell’opera drammatica degli autori della resistenza (1960-1975), come Antonio Buero Vallejo e Alfonso Sastre, si passerà alla scena drammatica spagnola degli anni 1975-2010. La lente si focalizzerà sulle circostanze politiche e teatrali della lunga transizione democratica (1975-1982), sulle nuove tendenze che, a partire dal 1982, caratterizzeranno la crisi del teatro “indipendente” e l’affermarsi di quello “alternativo”, “commerciale e sperimentale”. Dalla teoria e la scrittura di Alonso de Santos (La estanquera de Vallecas) si passerà ad analizzare il valore della memoria storica di autori rappresentativi come José Sanchis Sinisterra (¡Ay, Carmela!) e Fernando Fernán Gómez (Las bicicletas son para el verano), per poi chiudere con il “teatro de la memoria” e “de las ideas” di Juan Mayorga (El jardín quemado e El cartógrafo).
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